Il 25 novembre ricorre la giornata mondiale contro la violenza sulle donne, istituita nel novembre 1999 dalle Nazioni Unite per informare, sensibilizzare e confrontarsi con questo grave problema sociale.

E’ stata scelta una data simbolica che ricorda il brutale assassinio di tre sorelle dominicane durante il regime di Trujillo nel 1960. Le tre ragazze lottarono contro la dittatura e furono brutalmente uccise dai servizi segreti dopo essere state torturate e violentate.

La loro morte scatenò una dura reazione popolare che sfociò, nel 1961, nell’uccisione del dittatore.

In loro memoria il 25 novembre 1981 si tenne il primo Incontro Internazionale Femminista delle donne latinoamericane e da allora la giornata è stata riconosciuta come data per ricordare e denunciare il maltrattamento fisico e psicologico sulle donne e sulle bambine.

Il nostro primo pensiero alla vigilia del 25 prossimo va alle donne che, anche in questi ultimi giorni, sono morte in mare cercando di sottrarsi alla violenza, agli stupri, alla sottomissione patita nelle loro terre d’origine.

La violenza contro le donne è triste cronaca di ogni giorno, in Italia come nel resto del mondo. C’è ancora moltissimo da fare: il contrasto alla violenza nasce dalla prevenzione e dalla costruzione di una vera cultura dell’uguaglianza, anche attraverso una legislazione adeguata ed attenta alla condizione femminile, dalla parità salariale alla conciliazione dei tempi di vita e dei tempi di lavoro.

Non può esserci coesione sociale senza una piena cittadinanza femminile, cittadinanza che nasce soprattutto dal contrasto alla violenza di genere, fisica e psicologica, che continua ad essere, in tutto il mondo un’emergenza pubblica, situazione in cui le donne continuano ad essere oggetti ripetuti di molestie, vittime di tragedie palesi e di soprusi taciuti

E’ una violenza che va fermata con la formazione, la prevenzione, l’educazione, il contrasto e senza concedere sconti ad alcun atteggiamento di sopraffazione.

AUSER ed ANPI di Ronchi